In collaborazione con Katarte.it

Marc Chagall

Nascita: 7 Luglio 1887 - Vitebsk, Impero russo (attuale Bielorussia)

Morte: 28 Marzo 1985 - Saint-Paul de Vence, Francia

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Opere di MARC CHAGALL:

Chagall, opere

Sommario

L’universo di Marc Chagall (1887-1985), all’anagrafe Moyshe Segal, pervaso di magia e seduzione, è una partitura musicale dove le note sono immagini visionarie danzanti che solo l’eccelsa fantasia dell’artista sa orchestrare. 
Il colore nei pennelli di Chagall, con gli assolo decisamente folli, sgorgano con il piglio di un principe, inondando le tele con allegorie oniriche.

Sorprese e stupore nella sua sterminata produzione: dipinti, disegni, sculture, acquerelli, illustrazioni di libri, mosaici, vetrate, scenografie e costumi per balletti, opere teatrali e incisioni.

Stile primitivo, cubista, fauvista, espressionista o surrealista, la vasta opera pittorica di Chagall, con cui ha descritto la sua vita, è stata associata a molte correnti artistiche, ma il suo stile è rimasto intimamente personale, perseverando più volentieri nel ruolo di misterioso pioniere dell’eternità.

Biografia

Dall’infanzia a San Pietroburgo

Marc Chagall nacque il 7 luglio 1887, nella città di Vitebsk in Bielorussia (all’epoca ancora Impero Russo), quasi al confine polacco. La sua famiglia era devotamente ebrea; suo padre lavorava in un magazzino di aringhe e sua madre gestiva un negozio di pesce, farina, zucchero e spezie.

La famiglia apparteneva a un movimento che reputava la danza e il canto come la più alta forma di preghiera. Il piccolo Marc cantava e suonava il violino, parlava yiddish a casa e frequentava lo heder (scuola elementare ebraica).

In seguito andò alla scuola pubblica locale. Dopo aver acquisito le basi del disegno, fece pratica nello studio del pittore Jehuda Pen. Nel 1907 a San Pietroburgo,  studiò presso l’acclamata Imperial Society for the Protection of Fine Arts, e in seguito con Léon Bakst, pittore e scenografo teatrale che insegnò alla scuola Svanseva. 

Dai suoi insegnanti Chagall fu avviato al colorismo spumeggiante di Matisse e dei Fauves. Il giovane artista ha anche studiato Maestri Antichi e grandi post-impressionisti come van Gogh e Gauguin. Sempre a San Pietroburgo Chagall ha scoperto il genere che sarebbe diventato un punto culminante della sua carriera: set teatrali con scene e costumi.

Chagall a Parigi (1910-1914)

Chagall nel 1910 andò a Parigi e quì incontrò i poeti d’avanguardia Blaise Cendrars, Max Jacob e Guillaume Apollinaire, e alcuni promettenti pittori destinati a diventare famosi: Chaim Soutine, Robert Delaunay, Amedeo Modigliani e Fernand Léger.

Da questa variegata comitiva ebbe gli stimoli per osare con temerarietà le inclinazioni in apparenza impulsive esternate ai primordi. L’influenza poi dei dipinti che ammirava nei musei e nelle gallerie parigine fece il resto spingendolo a rigettare la introversa tavolozza adoperata a casa.

Un altro mondo totalmente nuovo si apriva ai suoi occhi, era eccitato, esaltato, mentre passeggiava sui lungosenna con i grandi viali pieni di ristoranti, caffè, mercati, e i lussuosi negozi.

Chagall impiegava molto tempo a visitare gallerie e saloni, ma sopratutto il Louvre; Rembrandt, Renoir, Pissarro, Matisse, Courbet, Millet, Manet, Monet e Delacroix furono gli artisti che ammirò di più.

Nella capitale francese acquisì la tecnica del gouache messa in pratica per dipingere scene bielorusse considerato l’intenso e malinconico ricordo del suo paese. Dipingeva fino all’alba i suoi sogni, i motivi e i temi della cultura ebraica attingendo dai suoi ricordi di Vitebsk e di Bella, la sua amata.

Di questo periodo parigino sono i personaggi che ballano nel cielo, il bizzarro violinista altalenante su case di bambole in miniatura, gli amanti in blu, le sue scene di volo su Vitebsk, i suoi indefinibili animali o individui-fantasmi volatilizzati in cielo. Una smisurata sequenza di simboli che formeranno in seguito le basi per ispirare il Surrealismo.

Torna in Russia  (1914-1922)

Ritornato a Vitebsk nel 1914 con l’intenzione di rimanere solo per un breve periodo, Chagall fu intrappolato dallo scoppio della prima guerra mondiale con la chiusura del confine russo per un periodo indefinito. 

Nel 1915, Chagall iniziò ad esporre i suoi dipinti a Mosca e l’anno dopo a San Pietroburgo conquistando apprezzamenti di facoltosi collezionisti che hanno acquistato le sue tele.

Nel 1917, con lo scatenarsi della Rivoluzione d’Ottobre, Chagall accolse favorevolmente il nuovo regime perché concedeva piena cittadinanza agli ebrei. Ebbe l’incarico di commissario delle arti visive per il paese nella regione di Vitebsk e si lanciò in progetti ambiziosi per un’accademia d’arte e un museo locali. Il “Vitebsk Arts College” diventò la più importante scuola d’arte dell’Unione Sovietica.

I rivoluzionari non sembravano molto gentili con lo stile pittorico fantasioso di Chagall con le sue mucche blu, amanti fluttuanti, profeti biblici e violinisti sui tetti, ma sopratutto l’artista non apprezzava l’arte astratta e il realismo socialista che loro preferivano.

Dopo due anni e mezzo di intensa attività, segnata da continui e stridenti divergenze estetiche, abbandonò tutto e si trasferì a Mosca nel 1920, dove dipinse pannelli decorativi per lo State Jewish Chamber Theatre. Le scene raffiguravano immagini di esuberanti violinisti, danzatori, acrobati e animali da fattoria.

Chagall descrive lo sconvolgimento in Russia come uno spettacolo da circo con Lenin slanciato in una buffa verticale su un tavolo. A sinistra, la folla agita pistole e bandiere rosse.A destra, i musicisti suonano in un alone di luce gialla. Una coppia di sposi fluttua nell’angolo in basso.

IL messaggio del maestro Chagall suggerisce che nonostante la violenza della guerra, l’amore e la musica vivranno in eterno. I temi di “La Révolution” sono ripresi nel trittico di Chagall (tre pannelli), “Resistance, Resurrection, Liberation” (1943).

Deluso e infelice della vita sovietica comunque, partì per Berlino nel 1922 e si stabilì a Parigi un anno e mezzo dopo insieme a Bella e alla loro figlia Ida. Nel dipinto “La Révolution” (1937-1968),

1923: Parigi, Francia

Appena rientrato a Parigi, Marc Chagall realizzò fra il 1923 e il 1939 tre serie di acqueforti ispirate a “Le Anime Morte” di Gogol a “Le Favole” di La Fontaine e l’Antico Testamento. Il ciclo delle gouaches delle Favole, che nasce dal fortunato incontro con il grande editore e gallerista Vollard, è uno degli esempi più stupefacenti della vitalità creativa di Chagall in questo periodo. 

Oltre trecento incisioni in cui l’artista rappresenta l’universo fiabesco della sua Russia lontana, evoca gli animali protagonisti come esemplari di vicende umane e raffigura i personaggi a lui familiari dei racconti biblici ascoltati e letti nell’infanzia.

Il lavoro di Chagall è celebrato per il suo delicato splendore, la sua sensibilità, la sua gravità celebrativa del mito e delle sacre scritture. I riti della tradizione ebraica effigiati in un caleidoscopio di icone e incanti con un idioma pittorico, una speciale fluttuazione onirica come la narrazione di una poesia armonizzata ad una favola.

Viaggiò molto in questa fase della sua vita, i paesaggi del sud della Francia genuinamente ricchi di colori, in Olanda, in Spagna l’illuminazione di un passato spirituale, in Italia la gioia dei musei, Egitto e Palestina per commuoversi di fronte al Muro del Pianto

Chagall ha goduto dell’età d’oro del Modernismo a Parigi e del fervore creativo della Russia post-rivoluzionaria continuando ad assorbire elementi figurativi e narrativi. Nei suoi dipinti brilla una tavolozza spumeggiante e il suo universo pittorico passionale e altruista è colmo di allegoria personale.

Mentre Chagall lavorava sulla Bibbia, Adolf Hitler ottenne il potere in Germania. Furono introdotte leggi antisemite e i nazisti avevano iniziato la loro campagna contro l‘arte moderna. Le nuove autorità tedesche ora si burlavano della sua pittura e di ogni stile artistico come l’espressionismo, il cubismo il surrealismo e ogni linguaggio intellettuale, ebraico o straniero.

La Germania invase e occupò la Francia, Chagall con la famiglia  fu salvato dalla persecuzione tedesca anti semita grazie all’intervento del vice-console americano a Marsiglia. Questi organizzò un’operazione di salvataggio per fare fuggire artisti e intellettuali fuori dall’Europa verso gli Stati Uniti, procurando visti falsi. Fortunatamente Chagall era uno degli oltre 2000 che furono salvati da questo intrigo. Nel 1941 fuggì dalla Francia.

Bella Rosenfeld

Chagall ha incontrato Bella Rosenfeld, la figlia splendida ed educata di un gioielliere locale, nel 1909 a San Pietroburgo quando lei aveva solo 14 anni e frequentava la scuola d’arte. Era troppo giovane per una relazione seria e, inoltre, Chagall non aveva soldi. Si fidanzarono, ma aspettarono fino al 1915 per sposarsi. La loro figlia Ida nacque l’anno seguente.

In “The Birthday” (1915), un fidanzato galleggia con una bella giovane donna sulle case di legno di Vitebsk mentre fa le capriole per baciarla. La donna naturalmente era Bella . “Ho solo dovuto aprire la finestra della mia stanza e l’aria blu, l’amore e i fiori sono entrati con lei”, ha scritto Chagall.

Per oltre trent’anni, la moglie Bella è stata il simbolo di un’emozione spumeggiante, amore intenso e fascino femminile. Bella ha impersonato la musa e anche il manager di Chagall, è stata il soggetto di molti ritratti famosi.

Oltre a “Il compleanno”, i dipinti più popolari di Chagall includono “Over the Town” (1913), “Bella con White Collar, (1917)”, “The Promenade” (1917),. E ancora “Lovers in the Lilacs” (1930), “The Three Candles” (1938), e “The Bridal Pair with the Eiffel Tower” (1939), “The Wedding Candles”(1945) e “Nocturne” (1947).

Bella era molto più di una modella. Amava il teatro e ha lavorato con Chagall per i costumi. Ha curato collaborazioni commerciali e tradotto la sua autobiografia. I suoi scritti narrano del lavoro di Chagall e della loro vita coniugale.

Bella morì nel 1944 a soli 49 anni. “Tutti vestiti di bianco o tutti di nero, lei ha a lungo fluttuato attraverso le mie tele, guidando la mia arte”, ha detto Chagall. “Non finisco né la pittura né l’incisione senza chiederle ” sì o no “. 

Anche se il pittore si sia risposato nel 1952, la sua seconda moglie, Valentina Brodsky apparve raramente nelle sue opere, e Bella continuò nel suo ruolo di musa ispiratrice. Opere inedite, rivelano la duratura storia d’amore dell’artista con immagini intime e commoventi di sua moglie.

L’America e la musica (1941)

Alla fine, nel luglio del 1941, con l’incessante espansione dell’antisemitismo, Chagall e la sua famiglia si rifugiarono negli Stati Uniti; la maggior parte dei primi anni li trascorse a New York. Per un po ‘Chagall continuò a sviluppare temi che aveva già trattato in Francia; opere tipiche di questo periodo sono la “Crocifissione gialla” (1943) e “Le piume e i fiori” (1943).

L’incontro con la musica e le commissioni per i Balletti di “Aleko” e per “l’Uccello di fuoco”, finiranno per rendere concreta attività la grande passione della sua vita per la musica.

Grandi progetti: L’Uccello di fuoco

A Città del Messico, nel 1942 il maestro russo ha ideato scene e costumi per il balletto Aleko di Ciajkovskij, una produzione dell’American Ballet Theater. Le collezioni dei costumi furono cuciti a mano, abbaglianti in tutti quei folli delitti di gelosia e dal blu della mezzanotte.

Nel 1945 Chagall ha intrapreso l’impegnativo progetto di creare le dinamiche scene e i costumi per il balletto The Firebird di Stravinsky. Più di 80 costumi che rappresentavano entità simili a uccelli, adoperando tessuti scintillanti e complessi ricami. Scene folcloristiche erano illustrate sui fondali del teatro dipinti da Chagall. 

L’immane lavoro del balletto è stato un traguardo di grande prestigio per la carriera di Chagall. I suoi costumi e le scenografie sono rimasti nel repertorio per vent’anni. E ancora oggi sono utilizzate le versioni elaborate.

Dopo la morte di Bella, la figlia Ida si prese cura di suo padre e trovò una donna per aiutarlo a gestire la casa. La sorvegliante, Virginia Haggard McNeil, era la figlia colta di un diplomatico. Hanno avviato una storia d’amore durata sette anni. Poco dopo aver completato il lavoro su The Firebird, Chagall tornò in Europa 

Il rientro in Francia (1948)

Nel 1948 Chagall si stabilì nuovamente in Francia, prima nei sobborghi di Parigi e infine in Costa Azzurra. Tra il 1953 e il 1956, senza dimenticare la nativa Vitebsk, ha prodotto una serie di quadri ispirati al suo amore per Parigi.

Subito dopo la guerra compaiono grandi dipinti di animali dalla pregnanza mitologica che riprendono alcune immagini archetipe della cultura ebraica. Grandi rappresentazioni di mucche, di pendole con le ali, di galli.

Spesso il personaggio principale è lo stesso pittore giovane romantico dai capelli ricci immerso nei tre elementi che hanno caratterizzato la sua arte; il colore blu, il sogno e la poesia e le tre anime che hanno segnato la sua vita; quella russa, l’ebraica e la francese.

Ma la sua seconda moglie Virginia non accettò il ruolo di “la moglie del famoso artista, l’affascinante hostess di Important People”. Provò un forte risentimento verso il marito e lasciò bruscamente Chagall nel 1951, portando con sé i due bambini

La notte in cui Virginia Haggard è fuggita, la figlia di Chagall, Ida, venne di nuovo in aiuto del padre. Assunse una donna di origine russa di nome Valentina, o “Vava”, Brodsky per gestire gli affari domestici.

Nel giro di un anno, Chagall, 65 anni, e Vava, 40 anni, erano sposati. La nuova signora Chagall gestì gli affari del marito con mano ferrea. Il pittore aveva bisogno di un manager che gli desse pace e tranquillità, così da poter dipingere senza altri impegni. 

Accanto alla seconda moglie Vava egli sembra ritrovare una rinnovata felicità creativa che porta con sé nuovi colori, nuove tecniche, nuove immagini, come quelle degli innamorati fluttuanti nel cielo di St. Paul de Vence.

1985: La morte a Saint Paul de Vence

La Russia, Berlino, Parigi, New York e poi ancora la Francia… Chagall vive come un ebreo errante, che tante volte ritroviamo raffigurato nelle sue opere. Le tre culture, dall’autoctona ebraica a quella russa e francese spiccano con le loro tradizioni e si sposano in un accordo magnetico, un messaggio e una esortazione all’amore e al rispetto.

Le sue tele ci raccontano le fughe, la difficoltà dell’esilio e di avere una patria, la riscoperta delle proprie radici per conoscerle profondamente e costruirci sopra la propria identità. 

Marc Chagall visse per 97 anni e, pur conservando un bagaglio di ricordi e turbamenti, splendidi e drammatici, renderà immortali le fasi della sua vita in un universo che proietta comunque un magico bagliore di poesia e spiritualità. 

Il 28 marzo 1985, morì in ascensore nel suo studio al secondo piano a Saint Paul de Vence. Chagall stava ancora lavorando, ancora l’artista d’avanguardia che rifuggiva dal seguire le correnti moderne. Fu seppellito nel cimitero cristiano per sua volontà. La sua tomba si affaccia sul Mar Mediterraneo. 

Produzione artistica: dai quadri alle vetrate

Circa diecimila lavori stupefacenti, l’ eredità che ha lascito al mondo: un’opera monumentale, illimitata e senza tempo. Una profonda devozione, un illuminato spirito blu che si scaglia generosamente nei quadri, sublimato come in una poesia fiabesca, affascinato dalla vita contadina, dall’amore e dalla cultura ebraica, ma anche ferito dalle penose e repentine fughe ed esilii.

Mago e sognatore, Chagall non ha realizzato solo dipinti, ha creato sculture, ceramiche, litografie, incisioni, mosaici e arazzi. Ha dominato la complessa arte del vetro colorato alla fine degli anni ’50 e ha avviato grandi e faticosi progetti come la realizzazione delle vetrate cromatiche in luoghi internazionali.

La Cattedrale di Metz in Francia, la sinagoga dell’Hadassah-Hebrew University Medical Center di Gerusalemme, l’Edificio delle Nazioni Unite a New York, l’Art Institute of Chicago oltre al mosaico Four Seasons a Chase Tower Plaza sempre a Chicago e grandi Murales per il Lincoln Center a new York.

Le sue vetrate sono spesso considerate come alcune delle opere più prestigiose della sua illuminata creatività. La capacità e la padronanza di creare i vibranti colori delle risplendenti vetrate, erano perfettamente adatte alle sue immagini ammalianti. Suo è anche il soffitto per l’Opéra di Parigi, dipinto nel 1963-64 e affollato da angeli, amanti, animali e monumenti parigini,  

La sua carriera ha attraversato gran parte del 20° secolo e i suoi dipinti comunicano felicità ed ottimismo, emozioni esternate con una tavolozza colma di colori vibranti e vivaci

Possiamo dire che il mondo di Chagall fu la passione del colore come se fosse visto dalle vetrate di una cattedrale. Nel dispensare consigli ai giovani pittori, Chagall ebbe a dire: “Un artista non deve temere di essere se stesso, di esprimere solo se stesso. Se è assolutamente e interamente sincero, ciò che dice e fa sarà accettabile per gli altri”.

Marc Chagall: opere più importanti

Le opere in assoluto più famose dell’artista russo sono “La passeggiata”, “Il violinista” e “Amanti blu”, tutti datati fra il 1912 ed il 1918.

Il violinista  (1912-1913)

Chagall. Il Violinista, 1912-13. Tecnica: Olio su tela, 94,5×69,5 cm. Stedelijk Museum di Amsterdam
Chagall. Il Violinista, 1912-13. Tecnica: Olio su tela, 94,5×69,5 cm. Stedelijk Museum di Amsterdam

Nella tela Chagall raffigura suo zio Neuch, fratello della madre, intento a suonare sul “tetto del mondo” aspirando, tramite l’estasi musicale e la danza, alla comunione con Dio. I colori bianchi densi si contrappongono ai blu profondi con note di giallo e rosso.

Gli amanti blu (1914)

Chagall. Gli Amanti Blu, 1914. Tecnica: Tempera su carta incollata su cartone. Collezione privata
Chagall. Gli Amanti Blu, 1914. Tecnica: Tempera su carta incollata su cartone. Collezione privata

Marc Chagall immortala in questa tela il sentimento per la sua donna che da terreno diventa spirituale in una magia dove si fondono e amore e sogno. Bella con i suoi guanti accarezza il riccioluto fidanzato mentre lo bacia dolcemente con tenerezza immersi in una visione onirica ammantata di blu.

La passeggiata (1917-1918)

Chagall. La passeggiata, 1917-1918. Tecnica: Olio su tela, 170×163,2 cm. Museo di Stato Russo, San Pietroburgo
Chagall. La passeggiata, 1917-1918. Tecnica: Olio su tela, 170×163,2 cm. Museo di Stato Russo, San Pietroburgo

Una gioiosa leggerezza si coglie nella tela “La Passeggiata” in cui il pittore dipinge felice e libera la sua amata moglie Bella. È lei la donna ritratta in volo con l’abito viola e i capelli corvini. Lei che corrispose quell’amore con la stessa intensità e passione dell’artista.

Over the town (Sulla città), 1918

Marc Chagall. Over The Town. Tecnica: Olio su Tela, 45x56 cm
Marc Chagall. Over The Town. Tecnica: Olio su Tela, 45×56 cm

Nel dipinto “Over the Town” la brillantezza dei colori dà un timbro alla coppia che sorvola la città natale di Vitebsk in un tripudio d’amore. Chagall fa ondeggiare fra nuvole i due innamorati con una forma e un’armonia tra il verde e il blu scomposti.

Citazioni

“Impressionismo e cubismo sono estranei a me, l’arte mi sembra soprattutto uno stato d’animo. . . . Lascia che mangiano a sazietà le loro pere quadrate sui loro tavoli triangolari! “

“Rimanere selvaggio, selvaggio. . . gridare, piangere, pregare.”

“Abbasso il Naturalismo, l’Impressionismo e il Cubismo realista. La rivoluzione deve raggiungere il fondo e non rimanere soltanto alla superficie.”

“Io sono un mistico, io non vado in chiesa o in sinagoga. Per me lavorare è pregare.”

“Un bel giorno (ma tutti i giorni sono belli), mentre mia madre con la pala stava infornando il pane, la afferrai per il gomito bianco di farina e le dissi: ‘Mamma, voglio fare il pittore.”

“Che genio era quel Picasso… un vero peccato che non abbia dipinto nulla.” 

“Nelle nostre vite c’è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore.”

“I pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che era la Bibbia.”

“Avevo solo da aprire la finestra della mia camera da letto, e l’aria blu, l’amore e i fiori sono entrati con lei.”

“L’arte è lo sforzo incessante di competere con la bellezza dei fiori – e non riuscirci mai.”

“Le stelle erano i miei migliori amici. L’aria era piena di leggende e fantasmi, pieni di creature mitiche e fiabesche, che improvvisamente volarono via sul tetto, così che uno era tutt’uno con il firmamento. “